Natura
Le Torbiere Del Sebino
La riserva naturale Torbiere del Sebino è una delle riserve naturali regionali istituite dalla regione Lombardia.
Area naturale che ha avuto origine dall’attività di estrazione della torba, è ubicata a sud della sponda meridionale del lago d’Iseo a 185 m s.l.m e costituisce la zona umida più importante per estensione e significato ecologico della provincia di Brescia.
Appartiene istituzionalmente alla regione Lombardia che l’ha affidata in gestione ad un consorzio tra la provincia di Brescia, la comunità montana del Sebino e i comuni sul cui territorio essa si trova: il comune di Iseo, quello di Provaglio d’Iseo e quello di Corte Franca.
È stata dichiarata “zona umida di importanza internazionale” secondo la convenzione di Ramsar.
Le Torbiere del Sebino d’Iseo si trovano in un territorio paludoso a sud del lago d’Iseo.
Si estendono per una superficie di circa 350 ettari entro i limiti dei territori comunali di Iseo, Provaglio d’Iseo e Corte Franca, in provincia di Brescia. È un’area composta prevalentemente da canneti e specchi d’acqua circondati da campi coltivati da agricoltori locali. Nello specifico comprendono:
- le Lame: una distesa di canali e vasche di acqua profilati da argini nella parte meridionale del lago d’Iseo, caratterizzata dalla presenza di fitti canneti e vegetazione molto varia formatasi dopo molti anni di scavi per ricercare la torba;
- le Lamette: una sorta di acquitrino che si trova proprio a diretto contatto con il lago d’Iseo tra i paesi di Iseo e Clusane;
- alcune vasche a sud e ad ovest (risultato degli scavi di depositi argillosi) e alcuni prati e zone coltivate dagli agricoltori locali.
Fauna
Le specie ittiche autoctone e non, presenti nella riserva naturale delle Torbiere del Sebino sono: il luccio (Esox lucius), la tinca (Tinca tinca), la scardola (Scardinius erythrophthalmus), la carpa (Cyprinus carpio), il pesce gatto (Ameiurus melas), introdotto nella riserva circa 35 anni fa, l’anguilla (Anguilla anguilla), il persico reale (Perca fluviatilis), il persico sole (Lepomis gibbosus), il persico trota (Micropterus salmoides), conosciuto anche come boccalone e introdotto 50 anni fa, l’alborella (Alburnus arborella) e il vairone (Leuciscus multicellus).
A causa dell’introduzione del pesce gatto, specie molto vorace e prolifico che una volta adulto ha ben pochi rivali, la struttura dell’ittiofauna della riserva ha subito una profonda modifica: attualmente è composta per metà da tale pesce, mentre le altre specie sono diminuite e presentano processi di senescenza.
Recentemente è stata rilevata anche la presenza nelle torbiere di un altro pesce considerato un “superpredatore”, il siluro (Silurus glanis). Questa specie, introdotta nelle acque della riserva in modo del tutto illegale, è originaria dei grandi fiumi dell’est europeo, può raggiungere dimensioni enormi ed è decisamente dannosa per l’equilibrio di qualsiasi ecosistema acquatico, a maggior ragione se si tratta di un ambiente ristretto quale quello di una riserva naturale come le torbiere.
Avifauna
Nella riserva l’avifauna è presente con numerose specie di volatili, stanziali e migratori, fra i quali il tuffetto (Tachybaptus ruficollis), il porciglione (Rallus aquaticus), il gabbiano (Laridae), il cannareccione (Acrocephalus arundinaceus), il migliarino di palude, la nitticola, la cannaiola verdognola (Acrocephalus palustris), la marzaiola (Anas querquedula), il voltolino (Porzana porzana), il forapaglie (Acrocephalus schoenobaenus), il pendolino, la folaga (Fulica atra), il cuculo (Cuculus canorus), il germano reale (Anas platyrhynchos), la gallinella d’acqua (Gallinula chloropus) e l’usignolo (Luscinia megarhynchos) di fiume.
La stessa parte è interessata, poi, da specie che svernano soltanto o si fermano nel corso delle loro migrazioni; si tratta di individui delle specie sopracitate (che però nidificano altrove), per esempio le folaghe che, nei periodi invernali, raggiungono le mille presenze; o di specie diverse, come svassi (Podiceps cristatus), aironi (Ardeidae), anatidi (Anatini).
È inoltre possibile avvistare falchi di varie specie, mentre in inverno è tipica l’attività migratoria che attira numerose altre specie fra le quali vanno citati i moriglioni (Aythya ferina), le alzavole (Anas crecca), i mestolini e tantissimi altri.
Nella zona della fascia perimetrale della riserva predomina il canneto, ove nidificano il tarabusino (Ixobrychus minutus), l’airone rosso, il falco di palude, la salciaiola (Locustella luscinioides), la cannaiola (Acrocephalus scirpaceus), il basettino (Panurus biarmicus), il migliarino di palude, ecc. mentre sugli alberi isolati, vicino all’acqua è possibile vedere il pendolino che oltre ad essere nidificante, trova qui un ottimo sito di svernamento con un significativo numero di individui.
La zona periferica della Torbiera è caratterizzata da campi coltivati, vigneti e filari di alberi dove nidificano tutte le specie caratteristiche delle siepi di campagna (fringuelli (Fringilla coelebs), capinere, verdoni, ecc.). Le specie invece che necessitano di acque basse (limicoli, volpoca) scarseggiano nelle Torbiere del Sebino per mancanza di questo habitat.
Regolari sono anche i rilevamenti della poiana (Buteo buteo) e dello sparviere (Accipiter nisus) che nidificano nelle zone limitrofe. Inoltre, davanti all’entrata della riserva (luogo dove si parcheggiano le auto), è consigliabile scrutare le pareti rocciose, dirupi scoscesi con vegetazione xerofila, che in differenti stagioni ospitano presenze di grande interesse quali il sordone (Prunella collaris), il passero solitario, il picchio muraiolo (Sitta europaea), lo zigolo muciatto e l’occhiocotto (Sylvia melanocephala).
Mammiferi
La presenza dei mammiferi nella riserva è da sempre fortemente condizionata dalla ristrettezza dell’area protetta, dalla massiccia presenza di strade e centri abitati e, non meno importante, dalla mancanza di un vero e proprio bosco, di primaria importanza per l’insediamento in pianta stabile di mammiferi di taglia medio grande. Questi fattori condizionano pesantemente la possibilità di vita per tutti i mammiferi di medie e grandi dimensioni che popolano la riserva naturale del Sebino, presenti infatti in ridottissime quantità. Non vi sono particolari problemi invece per i cosiddetti micro-mammiferi, termine col quale si indica genericamente piccoli mammiferi appartenenti agli ordini di insettivori (quali ad esempio i toporagni), i roditori (come il topolino delle risaie) e i pipistrelli (Chiroptera).
Flora
Il quadro vegetazionale della riserva è caratterizzato e dominato dalla cannuccia di palude, da diverse specie di giunchi e da altre specie. Fra lespecie vegetali la più vistosa è indubbiamente la ninfea bianca (Nymphaea) che durante la fioritura, da maggio a settembre, offre uno spettacolo incomparabile sulle acque delle torbiere, oltre al meno comune nannufaro giallo.
Rilevante è la presenza di specie di notevole valore floristico quali l’erba scopina (Hottonia palustris), la Sagittaria (Platyphylla), il giunco fiorito (Butomus umbellatus), il trifoglio d’acqua (Menyanthes trifoliata), una pianta acquatica perenne a rischio di estinzione costituita da sottili fusti prostrati ricoperti da foglie allungate verde oliva riuniti in ciuffi, l’aglio palustre (Allium angulosum), la felce palustre (Thelipteris palustris) ed altre ancora. Una curiosità è rappresentata dalla utricolaria o erba vescica (Utricularia australis), specie acquatica annuale dai fiori giallo oro con fusti flessuosi provvisti di foglie, per la maggior parte trasformate in vescicole, delle quali la pianta si serve per galleggiare sull’acqua e per catturare microorganismi. La vegetazione arborea delle torbiere, da ultimo, è caratterizzata da ontani (Alnus) (tipici delle zone umide), pioppi (Populus), platani (Platanus) (in filari di vecchia data) e salici (Salix).
Itinerari turistici
L’entrata principale delle “Lame” è situata in località “il Fontanì“. Da qui parte il sentiero centrale che attraversa la riserva naturale delle Torbiere e costeggia la zona sud passando dal Monastero di San Pietro in Lamosa tornando all’inizio. Esiste anche un percorso alternativo percorribile imboccando dopo l’entrata a destra per gli ex magazzini della torba costeggiando la zona nord della riserva per raggiungere il nuovo sentiero ad ovest ancora da ultimare.
Le lamette invece non sono accessibili, ma osservabili dall’alto, ovvero da un sinuoso profilo morenico che separa le due zone (è consigliabile l’uso del cannocchiale); per raggiungerle si consiglia di seguire le indicazioni per la trattoria Cascina Doss.
Per coloro che invece vogliono coniugare aspetti naturalistici e culturali, si suggerisce una visita al Monastero di San Pietro in Lamosa o l’itinerario molto panoramico del monte della Madonna del Corno (506 m s.l.m) (seguire le indicazioni dal centro di Provaglio d’Iseo per la chiesetta della Madonna del Corno), da cui si possono osservare la Franciacorta, le Torbiere ed il lago d’Iseo.
Percorsi enogastronomici
Ogni anno prima dell’inizio dell’estate la Pro Loco Promocortefranca organizza il week end dei percorsi degustativi a tappe, nel cuore della Franciacorta. Due giorni all’insegna dell’enogastronomia locale caratterizzati da percorsi eco-sostenibili a piedi e in bicicletta o percorsi motorizzati a bordo di auto d’epoca. Per visitare le cantine della zona e degustare i vini Franciacorta abbinati a proposte gastronomiche mirate.
Il castellaccio di Corte Franca
Il Castellaccio di Corte Franca è un formaggio prodotto con latte di vacca Frisona italiana proveniente da allevamenti limitrofi della Franciacorta. Stagionato con olio extra vergine di oliva e rosmarino ed ulteriormente affinato in barrique. Ogni anno, in Franciacorta, vengono sostituite centinaia di botti di rovere, utilizzate per produrre il rinomato vino. Le migliori vengono recuperate e utilizzate per affinare questo prodotto unico.
Questa seconda stagionatura, oltre a mantenere un microclima ottimale, dona al formaggio un’essenza particolare ed unica permettendo una migliore maturazione del prodotto. I migliori chef della Franciacorta consigliano di utilizzare il Castellaccio di Corte Franca anche per mantecare il risotto e per la preparazione del ripieno per i ravioli.
Alla riscoperta del Salmì
Ogni anno, nei mesi di novembre e dicembre la Pro Loco Promocortefranca organizza la sagra “Corte Franca alla riscoperta del Salmì”. Nei week end è possibile gustare i menù proposti dai locali aderenti a base di salmì. Questa particolare pietanza fa parte della tradizione culinaria di Corte Franca. In occasione di questa sagra viene proposta secondo ricette storiche e secondo l’interpretazione moderna degli chef coinvolti.
Itinerari sportivi
Franciacorta Golf Club
Costituito nel 1927 e successivamente rifondato nel 1984, il Franciacorta Golf Club rappresenta una prestigiosa realtà sportiva del luogo. Immerso nella quiete e riservatezza della natura per praticare questo sport godendo appieno del relax e della bellezza della location. Una struttura completa, oltre ai numerosi percorsi per i golfisti include: due piscine, due campi da tennis, ristorante, bar, area wellness e shop.
I sentieri di Monte Alto
Il Monte Alto è un rilievo importante del territorio per la salute dell’ecosistema e quindi dell’uomo; è anche tra gli elementi primari da tutelare previsti dalla Rete Ecologica Regionale e Comunale per rispettare la biodiversità animale e vegetale. Dalle sue pendici è possibile godere di un’incantevole paesaggio: i contorni dei cordoni morenici della Franciacorta.
Percorsi ciclabili
Esistono diversi percorsi ciclo-turistici in Franciacorta, accessibili a tutti gli escursionisti che vogliono godersi in tranquillità una passeggiata su due ruote. Sia per famiglie con i bambini che per gli enoturisti desiderosi di conoscere da vicino questo magnifico territorio. Passando per vigne, campi, piccoli borghi, luoghi di particolare interesse naturalistico, punti panoramici e luoghi di interesse storico-artistico.